domenica 27 aprile 2014

W.G. Sebald - Austerlitz



Adelphi, 2002-2013

pag.68

Con i festeggiamenti per la vittoria, nel corso dei quali anche a Bala si danzò per le strade pavesate di bandierine multicolori, parve annunciarsi una nuova epoca. Per me essa iniziò quando, in barba a ogni divieto, andai per la prima volta al cinema e, da allora, tutte le domeniche mattina, assistevo al cosiddetto cinegiornale dal bugigattolo dell'operatore Owen, uno dei tre figli di Evan il visionario.

sabato 30 luglio 2011

Partenze

«Ce qu’il y a de difficile, pour un homme qui habiterait Vilvoorde et qui voudrait aller à Hong Kong, ça n’est pas d’aller à Hong Kong, c’est de quitter Vilvoorde.»

Se ritorno a tutti i ripensamenti e i cambiamenti di rotta che ho avuto in questi tre mesi prima di decidere finalmente dove puntare per il mio viaggio, non posso che dare ragione a Jacques Brel.

Poi, so solamente dove domani arriverà il mio aereo e dove mi dirigerò nei successivi tre giorni; tutto il resto è ancora alquanto indefinito, ma è questa non è irresolutezza, è il bello del viaggiare.



giovedì 29 luglio 2010

Luciano Bianciardi - Il lavoro culturale

Feltrinelli 1957-2009,

pagg. 47-48

Nella nostra città i pomeriggi erano lenti e lunghissimi. Da ragazzi, dopo mangiato, non si riusciva a restare in casa: i genitori sonnecchiavano sul letto grande, nella camera in penombra, ma noi non potevamo star fermi. Perciò era meglio uscire, prima di svegliarli e sentirli gridare; ma anche fuori non si sapeva proprio dove sbattere la testa. (...)
L'orologio faceva le tre; ancora un'ora, pensavamo sbadigliando, ma verso le tre e mezzo già cominciavamo a muoverci lentamente. Si faceva la strada piano piano, fermandoci ogni tanto a guardare una vetrina, un manifesto, un cane zoppo, un gruppo di operai della società telefonica che riparavano un cavo lungo il corso. Oltre i portici di piazza del duomo c'era il cinema Savoia, il più grande della città. A quell'ora Sabatino, che faceva da maschera e da operatore, cominciava ad aprire i tre portoni e ad accendere le luci dell'atrio, litigando con noi che volevamo far subito il biglietto ed entrare in platea. Intanto restavamo lì nell'atrio a guardare i manifesti dei film di prossima programmazione, a leggere i nomi degli attori: Sui muri della Cina, con Clark Gable, Wallace Beery e Jean Harlow. Più tardi Clark Gable fece L'ammutinamento del Bounty. Gary Cooper invece faceva I lancieri del Bengala, quasi contemporaneamente alla Carica dei Seicento, con Errol Flynn. Qual era il migliore?
Le discussioni non finivano mai, in attesa che Sabatino accendesse le luci in sala e ci desse via libera. Quando incominciava il film, il cinema era ancora deserto, tranne noi, naturalmente: documentario, cinegiornale, prossimamente, Sabatino proiettava tutto con lunghi intervalli, quasi per guadagnare tempo e mettere in macchina il film solo a platea affollata. Ma a noi non dispiaceva quel ritardo: ci dava tempo di fare i nostri commenti sui film della settimana a venire, di paragonarli ai vecchi, di discutere sulla coppia Jeannette Mac Donald - Nelson Eddy, che avrebbe lavorato in un altro film musicale.

lunedì 1 febbraio 2010

Intimní osvětlení #4 - l'amicizia

Concludo questa fotopresentazione di Intimní osvětlení con un altro dei tanti temi presenti nel film, quello dell'amicizia.


L'amicizia rappresentata nel film è quella tra i due musicisti Bambas e Petr, il primo diventato preside della scuola di musica nella cittadina di provincia di cui entrambi sono originari, l'altro trasferitosi nella capitale per realizzare più compiutamente la sua carriera artistica.
 
Un'amicizia molto semplice e quindi autentica, alimentata dalla comune passione per la musica grazie alla quale possono ancora sognare di cambiare la loro vita con progetti, in realtà utopici, di un futuro in cui i due si immaginano a suonare assieme in giro per il paese.

 
Il rapporto tra Bambas e Petr è una delle cose che più rimane impressa del film, sia perché ne è il fulcro narrativo, ma soprattutto perché è il racconto emozionante e oggettivo (emozionante in quanto oggettivo) di quello che è uno dei sentimenti umani più puri e genuini e che giustamente detiene un posto predominante nella narrazione della poetica del quotidiano di Intimní osvětlení.

venerdì 29 gennaio 2010

Intimní osvětlení #3 - le bevute

Tutti sanno che i Cechi sono ottimi produttori di birra e ottimi bevitori! È quindi inevitabile che quel meraviglioso affresco del quotidiano che è Intimní osvětlení contenga diverse scene nelle quali i personaggi del film si trovano con un bicchiere in mano.
 
L'occasione può essere quella di onorare la scomparsa di un compaesano...

...oppure quella di prendersi una bella sbronza col caro amico di sempre...

  

...ma ci sono anche alcune bevute che pur essendo fatte in bella compagnia non risultano molto soddisfacenti.

sabato 23 gennaio 2010

Intimní osvětlení #2 - la musica

Uno dei temi portanti di Intimní osvětlení è la musica, che percorre il film dalla prima scena all'ultima.
L'inserimento della musica in questo film è straordinario perché non si tratta della tradizionale colonna sonora sovraimposta alle immagini, o almeno non lo è sempre. In molte scene, le più belle e significative, vediamo la musica suonata dagli stessi attori.
 
La scelta di Ivan Passer (scelta comune ad altri suoi compagni della Nova Vlna, Milos Forman prima di tutti) è infatti stata quella di impiegare esclusivamente attori non professionisti.
L'uso di musicisti come attori ha permesso di concretizzare in modo esemplare l'idea radicale di Passer che la musica di un film debba essere interna al film, ovvero prodotta dagli attori durante la messa in scena, invece che aggiunta artificialmente in fase di montaggio.

Intimní osvětlení #1 - Stepa

Ovvero ILLUMINAZIONE INTIMA di Ivan Passer, Cecoslovacchia, 1966.
Mentre sto traducendone i sottotitoli per il cineclub, mi delizio a salvare alcuni screenshot.
In queste tre foto è la sublime Vera Formanova.
Dal cognome i più avveduti potranno intuire una sua parentela illustre.
Ma siamo comunque in quelle situazioni in cui la fotografia non rende pienamente omaggio alla bellezza di questa donna; vedere nel film le sue espressioni in movimento è ben altra cosa.